Home Arte e Cultura Letteratura Milano, venerdì 9 ottobre presentazione del libro “Giardini Pensili”

Letteratura Milano, venerdì 9 ottobre presentazione del libro “Giardini Pensili”

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Venerdì 9 ottobre, presso la libreria Lirus di via Vitruvio 43 verrà presentato il nuovo libro di Valerio Mello, intitolato “Giardini Pensili“.

L’autore è un ragazzo di trent’anni nato e cresciuto in Sicilia, tra Agrigento e Palermo, e successivamente trasferitosi a Milano, città nella quale vive e lavora. Nel suo nuovo libro tanti scorci di queste due terre così diverse ma che hanno aiutato l’autore a compiere il suo percorso letterario.

Com’è stato l’impatto con la metropoli milanese

Valerio Mello
Valerio Mello

Ho amato fin da subito Milano. Posso dire con sincerità che sto bene dovunque perché non mi sento a casa in nessun posto. E ogni posto è per me fonte di nuova esistenza. Sono solito recuperare la nozione del tempo attraverso il tempo nascosto nei luoghi.

A Milano ho scritto moltissimo, ho scoperto sfumature del mio animo che non conoscevo. Ma al tempo stesso il mio volto è sempre orientato alla greca terra di luci dorate e di pietre gialle, di templi e di ipogei, in cui sono nato e cresciuto. Tutto intorno avevo luci e mare. La mia scrittura deve molto a quei colori.

Da dove nasce la tua passione per la scrittura?

Non è una passione. Scrivere è una condizione di vita, una fede precisa.

Il tuo nuovo libro, “Giardini pensili”, parla di Milano e della Sicilia. Quali sono i principali punti in comune tra questi posti apparentemente diversissimi?

Non credo si possa parlare di punti in comune. Credo piuttosto che sia corretto poter dire che il viaggio di una persona avviene attraverso posti e città che non hanno niente in comune: ma è proprio la contaminazione, il contatto diretto con il caotico e inaspettato tutto, che ci mostra le naturali sembianze della vita.

Di cosa ti occupi oltre alla scrittura?

Di sola poesia non si vive, certamente. E forse è anche un bene. Lavoro in un’azienda di comunicazione e Stampa, sono un semplice impiegato. Ma del resto le cose migliori nascono proprio nella vita semplice. Le idee migliori accadono nella normale quotidianità.

Alla presentazione del tuo libro interverrà anche Alessandro Quasimodo: come vi siete conosciuti?

Alessandro è uno dei miei più cari amici. Anche questa volta leggerà le mie poesie durante l’incontro. Ci siamo conosciuti a Milano, a casa sua, in un pomeriggio piovoso di quasi tre anni fa. Lui conosce la mia persona, i miei pensieri; a volte non abbiamo nemmeno bisogno di parlare per intenderci, basta lo sguardo. Non dimenticherò mai tutte le sue parole di coraggio e di affetto che mi ha sempre manifestato in questi anni di amicizia e di poesia.

Cosa si potrebbe fare a Milano per promuovere maggiormente le iniziative letterarie?

Bisognerebbe aiutare la gente che crede nei veri libri e nei puri valori della Letteratura. Occorrerebbe salvare le piccole librerie sopravvissute alla nostra epoca di stravolgimenti. Sarebbe bene anche ascoltare i più meritevoli.

Esistono molte persone in Italia che vivono nell’ombra pur possedendo straordinarie capacità, abilità e competenze. Penso a studiosi e ricercatori che coltivano ogni giorno il grande bene per la collettività ma che non riescono a vivere dignitosamente. E penso a molti giovani che scelgono di emigrare e all’estero portano i loro doni. Noi perdiamo così talenti e potenzialità: è la colpa più grande della società italiana e della politica. Un errore imperdonabile. Io ho scelto di restare. Scelgo oggi di camminare con la poesia, anche se già conosco l’esito: la mia squadra è perdente, ma è per questa ragione che vivo con onore la mia scelta.

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