MILANO – Quando abbiamo visto le sue opere, ne siamo rimasti colpiti a tal punto da volerlo intervistare. Aramis Fraino è un artista 2.0, di quelli che dipingono col computer e i risultati sono di grandissimo impatto visivo, al pari di quelli che si possono ottenere col normale pennello. Di nazionalità venezuelana, Aramis è venuto a studiare nel nostro Paese e ha proseguito il suo percorso creativo in giro per il mondo. Adesso ha fatto ritorno nella sua terra natia, ma ha comunque trovato il tempo per rispondere alle nostre domande.
Abbiamo letto nella tua biografia che sei dovuto andar via dal Venezuela per ragioni che non dipendevano da te. È stato difficile dover lasciare il tuo Paese? Come ti sei trovato in Italia?
Sì, è stato difficile lasciare il Venezuela nel 2004, ma ho avuto la fortuna di avere la cittadinanza italiana. Mi ha aiutato molto e mi ha aperto moltissime opportunità, soprattutto per studiare. Quando sono arrivato in Italia sono dovuto passare per un lungo periodo di adattamento culturale e imparare la lingua non è certo stato facile, ma quelle esperienze mi hanno aiutato a crescere come persona e a imparare molto della cultura italiana. Penso che l’Italia sia un Paese stupendo, pieno d’arte e cultura, e la sua storia è incredibile. Quando sono tornato in Venezuela, ho lasciato molti cari amici, anche a Milano. Gli anni trascorsi in Italia sono stati un bellissimo periodo della mia vita.
Hai frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Venezia. Quanto ti è servita quest’esperienza?
La mia esperienza all’Accademia di Belle Arti di Venezia è stata semplicemente incredibile, soltanto il fatto d’essere a Venezia a studiare arte ti aiuta ad accrescere la creatività e la voglia di sviluppare uno stile d’arte personale . Dal primo momento in cui ho messo piede nelle Gallerie dell’Accademia Venezia, mi sono innamorato dei colori delle opere del Rinascimento Veneto, ed è stato lì che ho deciso di creare una mia tecnica a partire dai colori, come facevano i grandi maestri del periodo più importante della storia dell’arte.
Usi una tecnica molto particolare, chiamata Unchained Colors. Ci vuoi descrivere meglio il tuo lavoro e come realizzi le tue opere?
La mia tecnica “Unchained Colors” deriva propio della la mia indagine e studio della pittura veneta nata nel XIV secolo, dove gli artisti come Giorgione e Giovanni Bellini sfruttavano la capacità di catturare la luce che muta, trasmigra e cambia di effetto, per mezzo della materia, di per sé sorda, non riflettente e opaca, tramite la manipolazione dei materiali come l’olio le resine, i pigmenti, che in un tutto armonico riescono a ricreare l’effetto magico e vivo della luce naturale.
Io produco le mie opere su un supporto digitale, grazie al quale posso realizzare combinazioni di colori che sono impossibili da creare con qualsiasi pigmento o pittura ad olio su una tela. Questo non significa che sia più facile, al contrario dipingere con un pennello digitale presenta moltissime difficoltà, però devo ammettere che i tempi di lavoro sono molto più brevi e questo è un grande vantaggio, per poter creare una grande varietà di lavori. Per realizzare queste combinazioni di colori nei miei lavori viaggio molto attraverso l’ambiente naturale venezuelano, che è ricco in paesaggi, flora e fauna di colori e spettacolari tramonti, questo mi ha aiutato a coprire di colori le mie emozioni interne che voglio plasmare attraverso l’arte, aiutandomi a creare lo stile proprio d’arte che ho battezzato “Unchained Colors”
Dove ti trovi attualmente? Abbiamo visto le tue opere recenti in cui rappresenti Londra.
Attualmente mi trovo in Venezuela e mi dedico allo sviluppo del mio lavoro artistico, sono sempre alla ricerca di nuove tonalità di colori che mi permettano di creare nuove opere d’arte. Sono stato di recente a Londra, ho un socio che si trova là e che mi aiuta a commercializzare la mia arte attraverso un sito web. Attualmente sto cercando nuove fonti commerciali fuori dal Venezuela, per la difficile situazione economica e politica che vive il Paese.
Ti piacerebbe tornare in Italia?
Tornare in Italia mi piacerebbe molto, spero di avere un giorno l’opportunità di fare una mostra con i miei lavori in Italia o cercare di commercializzare il mio lavoro, sarebbe un sogno per me vivere in Italia e trionfare come artista, dato che grazie all’Italia e alla sua storia dell’arte sono riuscito a crescere come artista e a sviluppare il mio stile artistico.
C’è qualcosa che ti ispira particolarmente nella produzione delle opere?
La natura è la mia principale fonte di ispirazione, ma anche la storia e la cultura di ogni paese che sono riuscito a visitare, ciò che ho appreso dagli artisti antichi e anche moderni, ma sempre cercando di avere un’originalità che derivi della spontaneità delle proprie emozioni e sentimenti, che cerco di plasmare con passione nel mio lavoro artistico.
Qual’è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio più grande sogno è poter diventare un artista riconosciuto internazionalmente, poter viaggiare e vivere di quello che più mi piace fare: creare arte.
