Quella dei giovani tra i 18 e i 30 anni si può tranquillamente definire come “Generazione Erasmus“, ovvero una moltitudine di ragazzi che hanno fatto le valige per andare a studiare all’estero per un periodo di tempo che va solitamente dai 6 mesi a un anno.

Le critiche a questo progetto non sono mancate ma sicuramente non si può attaccare l’idea di fondo che trascorrere un periodo all’estero per imparare una nuova lingua e sviluppare un nuovo modo di pensare sia sicuramente un vantaggio.
Non potendo intervistare uno ad uno tutti i ragazzi che hanno aderito al progetto, per saperne qualcosa in più sull’Erasmus abbiamo deciso di fare qualche domanda a Fabrizio Bitetto, Presidente di Erasmus Student Network Italia, costola italiana di un’organizzazione internazionale che si occupa di aiutare i ragazzi che decidono di andare in mobilità. L’organizzazione si basa unicamente sul volontariato e conta sezioni in ben 37 Paesi.

La particolarità del vostro network è che tantissimi ragazzi forniscono il proprio contributo volontario per aiutare gli studenti stranieri. In un’Italia che difficilmente riesce a coordinarsi in progetti importanti, come fa ESN a portare avanti così bene le proprie attività?
Ci riusciamo ogni giorno grazie alla passione con cui ci dedichiamo al progetto Erasmus, che ha cambiato la vita di molti di noi e sta per cambiare la vita di altri che si apprestano a partire. In Erasmus riesci a costruirti una vera e propria famiglia e ESN è la naturale prosecuzione di questa esperienza. Ogni giorno in Italia abbiamo 1500 volontari che cercano di migliorare il progetto Erasmus a favore degli studenti stranieri e non solo.

Quella di #generazionesenzavoto è stata una bella prova di forza del vostro network. Quanto lavoro c’è stato dietro?
Non lo può nemmeno immaginare! Era un grandissimo sogno e ora è realtà! Quando Carlo, il Presidente che mi ha preceduto, ce la presentò, sinceramente nemmeno noi pensavamo fosse possibile, ma quando poi abbiamo visto con quanta dedizione centinaia di ragazzi, organizzati con banchetti all’aperto in qualsiasi condizione metereologica, spiegavano il progetto e raccoglievano le firme, abbiamo capito che potevamo farcela. Credo sia stata la dimostrazione che per noi giovani, se davvero crediamo in qualcosa, non sia impossibile raggiungere l’obiettivo.

Qual è il vostro rapporto con le istituzioni? Come fate a evitare che ESN venga cannibalizzata da una corrente politica piuttosto che da un’altra? Abbiamo recentemente visto un video in cui il Presidente della Regione Toscana viene invitato a cena da alcuni membri di ESN per parlare di #generazionesenzavoto: non si rischia che ESN venga utilizzata per fare politica?
Il rapporto è ottimo; in moltissime città, come ad esempio a Milano, le Sezioni di ESN riescono a lavorare a stretto contatto con le Istituzioni. ESN ormai è una realtà importante: lo abbiamo dimostrato con #GenerazioneSenzaVoto e continuiamo a dimostrarlo con progetti quali Erasmus in Schools, andando negli Istituti di Istruzione superiore a parlare di Erasmus e di Università, e quando cerchiamo di far integrare gli studenti Erasmus con le comunità locali tramite progetti congiunti. Le Istituzioni hanno capito la nostra importanza e in moltissime città ci sono rapporti diretti, indipendentemente dal colore politico.
Il Presidente della Regione Toscana è stato uno dei principali promotori della campagna #GenerazioneSenzaVoto e non possiamo fare altro che ringraziarlo. Allo stesso modo però abbiamo avuto il supporto di tanti Politici di diversi partiti, dal PD con le On. Bonomo e Ascani a Forza Italia con la consigliera comunale Melini di Bari, da NCD con il Senatore Colucci alla Lega Nord con il Vicepresidente della Regione. Credo che questa sia stata la dimostrazione che la nostra proposta è stata trasversale ai partiti, senza colori politici.
Il nostro compito è interfacciarci con le Istituzioni per il bene degli Erasmus, evitando qualsiasi tipo di strumentalizzazione.
La risposta alla prima domanda è: fortunatamente no! L’adesione a ESN è di norma successiva all’esperienza Erasmus e quindi a questa esperienza, più che all’età anagrafica, ha senso fare riferimento. Nelle sezioni locali i membri del Consiglio Direttivo sono studenti rientrati da esperienze all’estero; se poi cresce la motivazione e si ha tempo da dedicare, ci si sposta sulla realtà di ESN Italia, dove l’età mediamente si alza. In ogni caso per regolamento non si può far parte del Direttivo Nazionale per più di due anni.

Come gestisci il tuo ruolo da presidente? Preferisci essere autorevole o autoritario? Come si fa a gestire un network che conta su tantissime sezioni locali e migliaia di studenti?
Per essere Presidente di ESN Italia devi guadagnarti la fiducia degli altri sul campo, dimostrando di essere competente e di poter essere il Presidente di tutti. Credo che questo sia l’unico modo per acquisire la credibilità e quindi l’autorevolezza che consente di costruire un efficace lavoro di squadra, assolutamente fondamentale per trovare una linea condivisa da tutto il network.
ESN è il miglior modo per entrare in contatto con realtà diverse dalla nostra. Anche se normalmente si arriva a ESN dopo un’esperienza Erasmus, non necessariamente bisogna essere stati in Erasmus per capirne i valori, ma bisogna condividerli! Capita che dei ragazzi che non hanno effettuato progetti di scambio si avvicinino all’associazione e, se entrano con lo spirito giusto, riescono a integrarsi benissimo. Anzi, a volte decidono proprio di partire!
Abbiamo il Collegio dei Garanti che effettua periodicamente un controllo del bilancio, verificando tutte le fatture. La trasparenza è la prima cosa in un’associazione come la nostra.

Cosa risponde alle persone che dicono che l’Erasmus è soltanto una scusa per fare un anno di vacanza all’estero pagata dalla comunità europea? Ho edulcorato la frase: “è tutto un bere e scopare”…
Che sono degli ignoranti. Sono persone che spesso non sanno nemmeno di cosa parlano e purtroppo ce ne sono parecchie. Noi condividiamo pienamente la posizione di chi invece dice che l’Erasmus è stato il più grande successo dell’Europa. Io posso solo confermarlo. Credo che l’Erasmus sia il primo passo per sentirci cittadini europei e come me lo credono i milioni di studenti che hanno avuto il coraggio di effettuare questa esperienza.
Per migliorare il progetto Erasmus è necessario rendere più snelle ed efficaci le comunicazioni e gli accordi tra le Università per il riconoscimento dei crediti e aumentare il budget per incentivare i ragazzi a partire.
Vedere il progetto Erasmus obbligatorio in tutte le Università italiane. Credo che sarebbe fondamentale per la formazione di una coscienza europea nelle nuove generazioni e per lo sviluppo del nostro Paese.