Clima teso al Fatebenefratelli, dove dal 22 giugno scorso infermieri, amministrativi e operatori sanitari protestano contro la direzione.
Al centro della protesta la decisione dell’azienda di sospendere, per il mese di giugno, il pagamento degli incentivi (si tratta degli incentivi alla produttività: 200mila euro al mese per tutti i dipendenti del comparto, con quote individuali tra i 100 e i 200 euro) scatenando l’ira dei lavoratori. La sospensione degli incentivi segue la normativa nazionale la quale prevede una valutazione sugli obiettivi raggiunti prima di procedere alla distribuzione delle quote. La direzione sanitaria sostiene che la sospensione riguarda esclusivamente il mese di giugno, per permettere di arrivare ad una definizione del sistema di valutazione.
Per i lavoratori del Fatebenefratelli, tuttavia, non si tratta solo di questioni economiche. Preoccupano anche gli accorpamenti di alcuni reparti ( come quello di Urologia, unito a Chirurgia Generale), accusati di minare l’immagine dell’ospedale e impoverirne le capacità. Polemiche anche per la chiusura delle degenze di Pediatria della Macedonio Melloni. Nonostante l’ospedale avesse assicurato un ritorno in attività del reparto, i tagli, la spending review ed i costi eccessivi ne hanno reso definitiva la chiusura.
Ormai al quarto giorno di protesta, le richieste degli operai sono chiare: non abbandoneranno la torre fin quando quando non arriveranno risposte dalla Regione Lombardia circa l’apertura di un tavolo di trattativa per la restituzione degli incentivi ai lavoratori e l’apertura del reparto di Pediatria.
Prevista nella giornata di oggi una trattativa con i vertici ospedalieri.