“Forse lei non ha capito: qui non siamo a Milano. Qui detto io quello che si fa! (…) Erano 400 franchi, ma spero sia il doppio o il triplo e questo signore, glielo dico io, va via in croce: 2016 anni fa un tizio veniva messo in croce, oggi lo metto in croce io un tizio”. Sono queste le minacce dell’agente della polizia cantonale svizzera che il 3 aprile ha fermato il taxi Oscar 74 a pochi chilometri da Lugano.
La sua voce, registrata dai microfoni di sicurezza del taxi, è piuttosto agitata mentre l’uomo si rivolge al tassista milanese Sergio L. che sta portando un cliente a Lugano. “Quando ho ragione ho ragione” strilla l’agente.
Peccato, però, che non avesse ragione. E questo lo certifica lui stesso scrivendo nel verbale di contravvenzione, in cui definisce il trasporto “non autorizzato”, che il tassametro era in funzione. “Io ho il dovere di portare un cliente dovunque solo lui può decidere quando inizia e conclude la corsa. Quindi, se supero il confine, l’importante è che io non spenga mai il tassametro” spiga il tassista.
Milano tassista porta cliente in Svizzera e è minacciato con la pistola dalla polizia. “Per molto meno c’è chi si è preso una fucilata”
E il tassametro infatti era in funzione e per la precisione alle ore 23.34, ossia 14 minuti dopo la redazione del verbale, segnava 160 minuti di corsa. Il tassista racconta di aver cercato di spiegare all’agente che lui stava solo facendo il suo lavoro, ma “lui non ci sentiva”.
E, racconta il signor Sergio, quando la batteria della sua Prius si è scaricata ed è entrato in funzione il motore a benzina, l’agente ha creduto che il tassista stesse scappando e lo ha addirittura minacciato con la pistola.
“Per molto meno c’è chi si è preso una fucilata” ha detto il poliziotto. Per mettere fine alla situazione incresciosa che si era venuta a creare, il cliente ha deciso di pagare tutto subito, perché altrimenti l’auto sarebbe stata sequestrata in Svizzera.
Fonte: corriere.it