Hanno la faccina triste le pettorine indossate dagli informatici di IBM durante il presidio contro la cessione di ramo d’azienda. Una manovra che dal primo gennaio porterà via dalle sedi italiane 306 dipendenti (di cui oltre cento a Milano) per trasferirli alla Adecco.
Cosa c’entra un’agenzia del lavoro? “Nuovi sviluppi nella direzione dell’ information technology”, questa la risposta della società. Ma i dubbi dei sindacati, hanno trovato una sponda sia a Roma che in Regione.
I delegati, in missione al ministero dello Sviluppo economico, hanno registrato la volontà del governo di convocare IBM per un tavolo negoziale in programma per metà gennaio.
L’azienda però procede coi suoi piani. Mentre i sindacati chiedevano al ministero il congelamento della cessione, martedì sono partite le mail che comunicavano ai 306 prescelti il passaggio alla nuova società, a partire dal primo gennaio.
Milano IBM a rischio le fasce più deboli, tra i trasferiti mamme part time e over 50
Tra i lavoratori interessati dalla manovra ce ne sono molti appartenenti a categorie che andrebbero protette: dipendenti rientrati in seguito a esaurimenti nervosi, mamme part-time, una buona percentuale di over 50 e addirittura qualcuno sull’orlo del pensionamento.
Una lista di addetti che sembrano essere poco convenienti per l’azienda, perché “troppo cari” o “poco efficienti”. IBM ha ammesso di considerare quei 306 dipendenti in esubero, ma di non poter avviare le procedure per il licenziamento perché ne ha altrettanti in uscita.
Dal canto suo, Adecco rassicura sulle buone intenzioni di mantenere in attività chi sarà trasferito, ma la paura è che si ripeta quanto è già successo in passato. Tutte le recenti cessioni di ramo d’azienda di IBM hanno infatti portato a licenziamenti.
Fonte: corriere.it