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Serie A, 35a giornata: Inter e Milan affondano le romane

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MILANO – Milano vs. Roma 2-0. Si potrebbe riassumere così il weekend calcistico che vedeva affrontarsi le squadre della Madonnina contro le due formazioni del Colosseo. Ad uscirne con le ossa rotte sono stati proprio i capitolini, non senza qualche polemica arbitrale.

Ad aprire le danze è l’anticipo di sabato sera tra Milan e Roma, disputatosi nella tana del Diavolo. La squadra di Inzaghi viene da tre sconfitte consecutive e il destino del tecnico è ormai segnato. L’anno prossimo sulla panchina rossonera ci sarà un nuovo inquilino, ma Superpippo vuole comunque che i suoi mettano in campo almeno gli attributi. Discorso diverso per la Roma, che è in piena lotta per un posto diretto in Champions con i cugini della Lazio. Garcia sembra finalmente aver trovato il bandolo della matassa e ha inanellato due convincenti vittorie contro Sassuolo e Genoa.

Ma il campo racconta una storia diversa e i rossoneri, pur non facendo cose straordinarie, sembrano più in palla degli avversari, grazie soprattutto alle combinazioni sulle fasce. E proprio da un’incursione sulla destra di Honda nel finale del primo tempo arriva il cross giusto per Van Ginkel, che con guizzo da bomber vero, si avventa sul pallone e anticipa difesa e portiere.

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Photo by Tommaso Fornoni – tramite Wikimedia

Nella seconda frazione il copione non cambia e dopo un quarto d’ora il Milan trova il raddoppio con il classico gol dell’ex: Mattia Destro è bravo a sfruttare l’ennesima giocata del 10 giapponese e di testa trafigge De Sanctis. La Roma prova a scuotersi, ma la banda Garcia sembra ritornata alle amnesie degli ultimi tempi, anche se l’ingresso di Iturbe serve a vivacizzare la manovra dei giallorossi, che negli ultimi quindici minuti trovano il gol del 2-1, grazie a un rigore procurato proprio dall’argentino e realizzato da Totti. Il punteggio non cambierà più e il Milan guadagna 3 punti che fanno meglio al morale che alla classifica.

Passano ventiquattr’ore e a scendere in campo sono Lazio e Inter. I ragazzi di Pioli hanno disputato una stagione ben al di sopra delle più rosee aspettative e si giocano un posto Champions, mentre la compagine nerazzurra cerca di salvare l’annata con la qualificazione in Europa League.

"Antonio candreva" di Vegetable - tramite Wikimedia Commons
“Antonio candreva” di Vegetable – tramite Wikimedia Commons

I biancocelesti sembrano poter gestire comodamente la pratica Inter, grazie alle accelerazioni micidiali di Candreva e Felipe Anderson, che più volte mettono sotto pressione la retroguardia nerazzurra, come in occasione del gol dell’esterno romano, che su assist del compagno batte il portiere nerazzurro con bel piattone in corsa.

Ma al 24′ succede il fattaccio: Mauricio viene espulso per un fallo su Palacio e sulla punizione Hernanes batte Marchetti, ma il gol è viziato dalla posizione di fuorigioco di Medel. Da qui in poi l’Olimpico diventerà un bolgia, sia per le sviste dell’arbitro, sia per l’esultanza con capriola dell’ex Hernanes, ovviamente non gradita dal popolo laziale.

Nel secondo tempo la musica non cambia ed è sempre la Lazio a essere più pericolosa, mentre l’Inter non riesce a graffiare nonostante l’uomo in più. Al 18′ però altra svolta: Icardi viene toccato in area piccola da Marchetti. Rosso anche per il portiere e Pioli è costretto a togliere Klose per Berisha. Il portiere deve subito affrontare Icardi dagli 11 metri e con un guizzo sulla sinistra nega all’argentino la gioia del gol. Con la Lazio ridotta in 9, ci si aspetta che l’Inter possa dilagare, ma a dire il vero la doppia superiorità numerica non si vede granché, anche grazie alla tenacia dei biancocelesti, davvero duri a morire.

L’epilogo però sorride all’Inter, che nel finale di gara segna il gol del K.O. ancora col “Profeta”, che smarcato da Palacio, riesce a battere anche Berisha. Questa volta però il brasiliano decide di non esultare, un po’ per rispetto, un po’ per la stanchezza.

L’Inter torna a Milano col massimo risultato, soprattutto dopo una partita che poteva certamente finire in modo diverso. Per Mancini la strada per l’Europa League è un po’ meno in salta, mentre i ragazzi di Pioli falliscono l’aggancio al secondo posto.

 

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