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Milano sgombero in un campo rom a norma di legge

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“Alla fine ha vinto il Comune”. Questa la frase pronunciata da una rom che cercava di trovare una spiegazione per quel trasloco. Dopo il Tar anche il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso delle famiglie che abitavano nel campo di via Idro, dove circa un centinaio i rom martedì mattina hanno dovuto abbandonare quelle che per anni sono state le loro case.

Aperto nel 1989, quello di via Idro è infatti uno dei più vecchi campi comunali di Milano. A differenza di quanto si potrebbe pensare infatti le baracche che sono state sgombrate non erano una sistemazione abusiva, bensì un insediamento a norma di legge in cui vivevano cittadini italiani.

Milano sgombero in campo rom costa 400 mila euro

Una vasta area vicino al Lambro, in cui non c’era solo degrado, ma anche prefabbricati decorosi. La fine del campo di via Idro è arrivata quando la giunta comunale ha deciso di sprangarne le porte.

“Una situazione di rischio ambientale, sociale, igienico-sanitario e di sicurezza”. Così l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha definito il campo lo scorso da agosto, quando si è deciso di chiuderlo. Uno sgombero che secondo l’associazione Opera Nomadi è costato alle casse del Comune di Milano oltre 400 mila euro.

Ma dove finiranno i rom del campo? Circa 25 andranno al Centro di emergenza sociale di via Lombroso e una decina finiranno in via Martirano. La Casa della Carità in via Brambilla ne dovrebbe ospitare altri 8, mentre circa 20 persone dovrebbero poter andare nella comunità di accoglienza del Ceas di via Marotta.

Intanto a novembre 13 persone erano già state trasferite nel Centro di autonomia abitativa di via Ponti, che probabilmente dovranno lasciare libero a fine luglio.

Fonte: ilfattoquotidiano.it

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