MILANO – Quasi duecento denunce e un’ottantina di arresti ma sono tutt’oggi a piede libero: è la storia di cinque donne rom, tre di cittadinanza italiana e due di cittadinanza bosniaca, che nella vita fanno le borseggiatrici. Nell’articolo del Corriere della Sera, si apprende come le donne sopravvivano derubando i cittadini che viaggiano nelle metropolitane, anche se nella loro testimonianza le donne raccontano di “preferire” essenzialmente gli stranieri per i loro borseggi.
Perché non sono in carcere? Il motivo è molto semplice: secondo la legge italiana, per le donne incinta o che hanno figli di età inferiore ai 6 anni “non può essere disposta né mantenuta la custodia in carcere, salvo esigenze di eccezionale rilevanza“.
Una sorta di immunità che permette a queste donne di utilizzare i loro figli come strumento per delinquere impunemente. Anche se qualcosa inizia a muoversi con i giudici che sembrano decisi a confermare lo stato di fermo delle donne, proprio per la recidività e la strumentalizzazione della gravidanza.