Notizie Milano – Già nella mattina di ieri i cartelli che spiegavano il motivo della chiusura erano spariti dalle vetrine dei negozi Dolce&Gabbana. La serrata è durata tre giorni dopo il risentimento dei due stilisti verso una dichiarazione dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso, il quale aveva detto che il Comune di Milano non avrebbe dovuto concedere spazi a evasori fiscali come Dolce&Gabbana.
Le società dei due stilisti sono infatti accusate di non aver pagato le tasse riguardanti un’operazione del 2004; condannati in primo grado il 19 giugno scorso ricorreranno, a breve, in appello.
Le parole dell’assessore hanno provocato il risentimento dei due, la chiusura dei negozi ed una diatriba fatta di attacchi sulle pagine dei principali quotidiani italiani. Pisapia si è inizialmente scusato per le “improvvide” parole di D’Alfonso, ha cercato di minimizzare l’accaduto e di sedare le polemiche invitando Stefano Dolce e Domenico Gabbana in Comune.
L’intera situazione sembra aver raggiunto delle proporzioni ben più grandi del dovuto; voci critiche si sono levate anche tra gli stessi personaggi di Palazzo Marino quando Stefano Boeri, ex assessore, ha accusato la giunta Pisapia di non prestare la necessaria attenzione al mondo della moda, realtà che porta alla città di Milano un quinto del suo Pil totale.
Restando in tema di moda sono previsti, ormai da mesi, degli incontri di domani tra il sindaco e i vertici della Camera della Moda. Mario Borselli, presidente della Camera, spiega come il caso Dolce&Gabbana non sia tra le voci da discutere ma non è escluso che se ne possa fare menzione, soprattutto per sottolineare la distanza tra Palazzo Marino e le esigenze di un settore vitale per la Città.
