MILANO – “Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante é che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi“. Queste le parole che Carlo Di Napoli, il capotreno aggredito da un gruppo di sudamericani a colpi di machete, ha rivolto al segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri durante la visita di quest’ultimo all’Ospedale Niguarda.
Di Napoli ha poi aggiunto: “Avevo intuito che c’era una situazione strana e per questo ho chiesto al mio collega se poteva stare ancora un po’ con me nonostante avesse finito il turno”. Anche il collega e stato aggredito e ha riportato un trauma cranico.
Secondo le ultime ricostruzioni, il gruppo di sudamericani farebbe parte della gang MS13 e avrebbe passato le ore antecedenti alla brutale aggressione consumando alcolici in un parco. Dopo, una volta sul treno, uno dei ragazzi avrebbe estratto il machete per “difendere” uno dei compagni dalla richiesta del capotreno di esibire il titolo di viaggio.
La polizia ha fermato due uomini: si tratta di José Emilio Rosa Martinez, classe ’95, che secondo la ricostruzione degli inquirenti sarebbe il vero e proprio autore della violenza. Con lui Jackson Jahir Lopez Trivino, già noto alle forze dell’ordine, e accusato di concorso in tentato omicidio.
Per i due si attende la convalida dell’arresto da parte del gip.