Le aveva detto che certe cose succedono normalmente “in tutte le famiglie”. E era stato così convincente che la figlia, oggi ventenne, ha impiegato oltre dieci anni a capire che subire abusi dal padre non è la “norma”, ma significa essere essere vittima di un reato.
Una presa di consapevolezza in cui è stato fondamentale il ruolo degli amici e dei professori del liceo, che hanno spinto la ragazza a presentare denuncia. Dopo un mese di indagini, i poliziotti del commissariato Porta Genova hanno eseguito un ordine di cattura nei confronti dell’uomo (un tassista notturno 56enne) accusato di induzione alla prostituzione minorile e violenza sessuale aggravata.
Gli abusi dopo l’abbandono della madre
Gli abusi, avvenuti sempre all’interno delle mura domestiche, sono iniziati quando la figlia aveva 8 anni. Un anno prima, la madre della bambina aveva abbandonato il nucleo familiare, lasciando il padre con la primogenita e il fratellino più piccolo.
Un ambiente in cui si sono sviluppate violenze sistematiche nei confronti della bambina, su cui il genitore avrebbe esercitato un controllo psicologico totale e che oggi presenta un deficit mentale. Secondo gli agenti del commissariato il tassista avrebbe sostituito la figura della moglie con la figlia.
La ragazza è cresciuta infatti nella convinzione che prestarsi agli istinti del padre fosse una cosa normale, che succedeva anche in tante altre famiglie. E quando tentava di opporre resistenza, il padre riusciva a vincerla, promettendole piccole somme di denaro o altri regalini (da qui l’accusa di induzione alla prostituzione).
Fonte: corriere.it